A cura della Redazione
Stato Maggiore dell’Esercito, Demanio e Soprintendenza danno il proprio benestare e per i prossimi 25 anni il Comune avrà la “disponibilità” completa della Real Fabbrica d’Armi. Il via libera è arrivato nel corso della conferenza di servizio convocata a Palazzo Criscuolo. Contestualemnte è stata avviata un’altra operazione: la partecipazione ad un bando regionale per la riqualificazione del patrimonio culturale che mette in ballo 2,5 milioni di euro. Articolato il progetto attorno a cui l’amministrazione Starita ha intenzione di rilanciare l’area della Real Fabbrica d’Armi, ormai non più destinata all’attività produttiva dello Spolettificio. Il progetto prevede la riqualificazione dei corpi centrali dello storico edificio voluto da Carlo di Borbone, compresi i cortili vanvitelliani, e la realizzazione di un Antiquarium per ospitare i reperti archeologici rinvenuti ad Oplontis. Ma non solo. «La concessione accordataci - spiega Luisa Stanzione, assessore alla Cultura e al Turismo - comprende anche il sottopassaggio che da via Eolo arriva a Piazza Garibaldi. Un’arteria di collegamento che abbiamo intenzione di riaprire creando un percorso che permetta ai turisti di raggiungere gli scavi e, al tempo stesso, la Real Fabbrica d’Armi». Lungo il sentiero, i visitatori verrebbero accompagnati da una serie di pannelli che ripercorrono la storia d’amore tra Poppea e Nerone. Una volta arrivati al Museo avrebbero, invece, la possibilità di ammirare i singolari e preziosissimi reperti archeologi emersi nel corso degli scavi. «Questo - continua Stanzione - permetterebbe anche la creazione di nuovi servizi, quali bar e ristorazione, di cui tutta l’area circostante gli scavi è sprovvista. Si tratta di un’idea semplice, ma concretamente realizzabile». Un progetto che, qualora venisse finanziato, segnerebbe un primo passo verso il coronamento di un sogno: la creazione di un museo dedicato agli Ori di Oplonti. Torre Annunziata rincorre da anni la possibilità di esporre al pubblico, in maniera permanente, i propri tesori, ma anche stavolta il cammino sembra arduo. A porre le resistenze maggiori pare sia la Soprintendenza per i Beni Archeologici, preoccupata da alcuni fattori legati alla sicurezza. «Avere gli Ori di Oplonti a Torre Annunziata sarebbe ovviamente la ciliegina sulla torta - commenta l’assessore alla Cultura - ed è chiaro che l’obiettivo finale è quello. Ma già restituire alla città un patrimonio sconosciuto, dalla bellezza mozzafiato come la Real Fabbrica d’Armi sarebbe un risultato importante. Sono convinta - conclude l’esponente dell’esecutivo - che una volta completati i lavori, Torre Annunziata sarà all’altezza di ospitare qualsiasi tesoro e offrire ai propri visitatori servizi e strutture di qualità. L’unica vera rinascita passa per il turismo». Ma sulla Real Fabbrica d’Armi aveva messo gli occhi anche l’Università Federico II di Napoli che, insieme alla Fondazione onlus RAS, aveva presentato un progetto al Comune per il restauro e la rifunzionalizzazione del complesso edilizio della Real Fabbrica d’Armi. I principi guida del progetto erano volti alla tutela del sito, con interventi di carattere conservativo dei corpi di fabbrica, recuperandoli e depurandoli delle superfetazioni che nel corso degli anni erano state apportate alla struttura. Al suo interno troverebbero posto le sedi di Unesco, RAS, LUPT, Soprintendenza Regionale e/o Archeologica; una biblioteca con la documentazione del sito; aule e sale conferenze; spazi espositivi; uffici e servizi di accoglienza e ristoro, oltre a servizi di foresteria; laboratori di marmi e mosaici, di intonaci ed affreschi, di porcellane, di biologia e botanica, di armi e metalli; depositi. Ma ora di questo progetto cosa ne sarà? Perché non operare in sinergia con l’Università, visti gli obiettivi comuni, e riportare alla luce le bellezze di Torre Annunziata? TERESA TRAPANO (dal settimanale TorreSette del 15 febbraio 2013