A cura della Redazione
Un anno fa, nel pieno dell’ennesima emergenza, fu sottoscritto l’accordo di programma sui rifiuti tra i diciottosindaci dei Comuni della “zona rossa” vesuviana (per Torre Annunziata firmò l’allora assessore all’Ambiente, Vincenzo Ascione), oltre a quello di Striano, con una popolazione complessiva di oltre 550 mila persone. Un documento, siglato anche dai presidenti di Regione Campania, Stefano Caldoro, e Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, con il quale si intendeva aprire una nuova stagione di collaborazione ed impegno reciproci, al fine di garantire un corretto sversamento e smaltimento dei rifiuti, problematica che da anni afflligge Napoli e la sua provincia. Un’enucleazione, come spesso accade in questi casi, di progetti e buone intenzioni che, però, all’atto pratico sono rimasti tali. «Quell’accordo apriva finalmente una prospettiva di ciclo virtuoso dei rifiuti dell’intera area vesuviana», si legge in un comunicato diffuso pochi giorni fa dalla Rete dei Comitati vesuviani antidiscarica. «Tuttavia, a distanza di un anno non vediamo progressi e nemmeno prospettive», è l’amara constatazione della Rete. L’accordo prevedeva tutta una serie di interventi tesi ad ottimizzare il ciclo imtegrato dei rifiuti, «dalla produzione allo smaltimento finale», si legge nel documento. Tra questi, una raccolta differenziata spinta, porta a porta, con obiettivo al 2012 del 65 per cento; messa in esercizio dei seguenti impianti di trattamento delle varie classi di rifiuti: per la frazione umida, l’ubicazione era stata stabilita a Massa di Somma, Somma Vesuviana ed Ercolano; per la frazione secca indifferenziata, a Torre del Greco; Ottaviano avrebbe dovuto ospitare una piattaforma multimateriale ed un impianto di trattamento e recupero ingombranti e RAEE; a Cercola sarebbe giunta la frazione vetro; ad Ercolano, si sarebe dovuto realizzare un impianto di trattamento dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione; a Striano era prevista un’area per piattaforme multimateriale; ed infine, un centro di riuso a San Sebastiano e Portici. «Su quell’accordo è ormai calato il silenzio - scrivono i componenti della Rete -. Evidentemente, le firme di ventuno tra sindaci, presidenti di Regione e Provincia, ed amministratori, non valgono niente. Di quanto scritto non è stato realizzato nemmeno un impianto, e la raccolta dei rifiuti in molte cittadine è ferma alle buone intenzioni, ai limiti dell’improvvisazione. Basta guardare ai dati del 2011: la maggior parte dei Comuni della “zona rossa” non raggiunge il 50 per cento di raccolta differenziata. Non resta che “ringraziare” tutti i firmatari e dire: Buon Compleanno, Accordo!», conclude ironicamente il comunicato della Rete. DOMENICO GAGLIARDI da TorreSette del 27 luglio 2012