A cura della Redazione
I neomelodici e la camorra. Un tema di pregnante attualità, specialmente dopo il blitz delle forze dell´ordine che ha sgominato alcuni giorni fa i clan camorristici di Ercolano, in cui è stato coinvolto anche un cantante che avrebbe inneggiato alla malavita con la canzone "Il capoclan". «C´è, però, impegno civile nel panorama della musica napoletana - afferma Tonino Scala, già presidente della commissione speciale regionale Anticamorra, e responsabile Enti locali di Sinistra Ecologia e Libertà -. E´ il caso del cantautore di Torre Annunziata, Ignazio Scassillo (foto). La notizia ha fatto il giro del web e delle tv nazionali: neomelodico inneggia i clan e viene indagato. Nell´ambito dell´inchiesta sui clan di Ercolano è stato indagato per concorso in istigazione a delinquere il cantante neomelodico Nello Liberti, autore della canzone "Il capoclan". Secondo i pm, la canzone in questione induce a ritenere che la camorra sia un fenomeno positivo, una fonte di sostentamento per le famiglie povere e sfortunate. Liberti - prosegue Scala -, che dopo il clamore ha dichiarato di essersi pentito, canta che "per onore il capoclan nasconde la verità: è un uomo serio, non è vero che è cattivo". Gli esempi di neomelodici che "raccontano" in termini "positivi" la malavita, sono tanti. «Ma Napoli non è solo questo, non mettiamo in luce solo ciò che di negativo esiste - afferma ancora l´esponente di Sel -. Basta con l’ideologia masochistica del brutto. A Napoli ci sono anche i “Co’ Sang” (col sangue), due giovani cantanti rap di Marianella, che denunciano in dialetto la quotidianità di questi anni di mattanza. Gli A67, con “a Camorre songhe io”. C’è Ignazio Scassillo, bravo cantautore di Torre Annunziata che con il suo “Il camorrista” è entrato nella “Biblioteca Digitale sulla Camorra” curata dall´Università Federico II di Napoli-Dipartimento di Filologia Moderna. Un ottimo e meritato risultato quello raggiunto da Scassillo che, nella sezione della Biblioteca dedicata alle immagini e alla musica, affianca il suo nome a quello di Fabrizio De Andrè (presente con “Don Raffae´”) e di Astor Piazzolla (“La Camorra: la soledad de la provocación apasionada”). La canzone “Il Camorrista” di Scassillo - dichiara Scala - è una vera e propria poesia, scritta in prima persona, che narra la storia di un camorrista pentito. Il protagonista della suggestiva canzone, asserisce con convinzione di essere un camorrista, intoccabile, spietato e sanguinario, che ammazza tutti perché prepotente. Convinzione e fermezza che però vanno scemando nella parte finale del brano, dove lo stesso boss afferma "ero un camorrista", con il dolore di chi ha capito di aver seguito la strada sbagliata nella vita e che a questo sbaglio non può più porre rimedio. Mi auguro - conclude Scala - che il suo brano possa fare il giro del web. Sarebbe utile, molto utile. Sarebbe il caso di far sapere al mondo e alla nazione che a Napoli esistono neomelodici che inneggiano clan e boss di camorra, ma anche tanto, tanto impegno civile». Per visualizzare il video della canzone "Il Camorrista" di Ignazio Scassillo, cliccare sul sito http://www.youtube.com/watch?v=afWJ3XoGSdU.