A cura della Redazione
Riconversione industriale dello Spolettificio, a che punto siamo? A distanza di sei mesi dal nostro articolo sul futuro dello stabilimento torrese (TorreSette del 25 marzo 2011), siamo ritornati ad occuparci della realtà produttiva più antica della nostra città, nata nel lontano 1757. Niente più armi, spolette, bombe a mano, che hanno rappresentato nel tempo le eccellenze dello storico opificio di Torre Annunziata, ma valorizzazione del materiale proveniente dalla dismissione dei veicoli ruotanti e cingolati del Ministero delle Difesa. Il promotore del progetto di riconversione è l’attuale direttore generale dell’Agenzia Industria Difesa (AID), on. Marco Airaghi, mentre l’esecutore dell’iniziativa è l’Ente militare di Torre Annunziata, diretto dal col. Andrea Volpe. In tal modo si è voluto assicurare un futuro produttivo allo Spolettificio ed evitare che gli attuali 190 dipendenti rimanessero “inoccupati”, visto che oramai la produzione di bombe a mano è terminata. E di tutto questo ne sono pienamente consapevoli gli stessi lavoratori, che hanno accettato di buon grado di partecipare a corsi di riqualificazione programmati dalla Direzione dello stabilimento. In questi mesi sono continuati incessanti i lavori per dotare di infrastrutture gli ex capannoni industriali. Il reparto dove venivano assemblate le bombe a mano è stato trasformato in una mega officina con otto ponti sollevatori, dotata di tutte le attrezzature per lo smontaggio degli automezzi. Un altro reparto sarà presto trasformato in Centro di Revisione Autoveicoli, con due linee: una per i mezzi pesanti che superano i 35 quintali, e l’altra, per veicoli leggeri o inferiori a 35 quintali, per auto, moto, tricicli e quadricicli. Sarà allestito anche un Centro revamping, dove gli automezzi in cattive condizioni verranno sottoposti ad un processo di revisione per riportarli allo stato di “salute” iniziale. “C’è molto fermento - ci dice un tecnico -. Vi sono diverse gare in corso, dall’allestimento di un autolavaggio vetture alla realizzazione di una cabina di verniciatura/essiccazione. Inoltre, abbiamo già predisposto un magazzino per lo stoccaggio di quei pezzi di automezzi smontati e ritenuti ancora efficienti dalla Commissione recupero ricambi, appositamente costituita” . Ma passiamo ai numeri. Finora sono entrati nello Spolettificio 263 autoveicoli, tra auto militari e civili (auto civette e auto di scorta), moto, pullman, furgoni, carri armati, camion. Di questi, ne sono stati smontati un centinaio. Le carrozzerie sono state rivendute alla ditta che si è aggiudicata l’appalto, mentre i pezzi di ricambio ritenuti ancora efficienti (motori, sportelli, fari, ecc.) andranno a costituire quello che viene considerato il valore aggiunto dell’Ente militare. E’ previsto l’arrivo di ulteriori 1.750 veicoli e questo sta a dimostrare che oramai lo stabilimento torrese è divenuto il punto di arrivo di tutti i mezzi militari dismessi in Italia. Un’attività che potrebbe mantenere ancora in vita lo Spolettificio, nonostante la cessazione della produzione delle bombe a mano, iniziata nel lontano 1947. Le stesse organizzazioni sindacali, dopo lo scetticismo iniziale, ora sembrano meno pessimistiche sulla destinazione futura dell’opificio torrese. Ma al di là delle valutazioni di carattere soggettivo circa la riconversione industriale dello Spolettificio, c’è una verità assoluta che non può essere sottaciuta: senza l’iniziativa intrapresa dai dirigenti dell’AID, lo stabilimento militare sarebbe divenuto improduttivo al 100 per cento, con 190 dipendenti inattivi per l’intera giornata. Ora, invece, c’è una concreta speranza che l’Ente possa continuare la sua gloriosa vita ed assicurare anche per il futuro qualche centinaio di posti di lavoro. Cosa non da poco in una realtà dove la crisi economica ha ulteriormente peggiorato una situazione di per sé già critica dal punto di vista lavorativo, dove la disoccupazione ha superato ampiamente la soglia del 40 per cento della popolazione attiva. ANTONIO GAGLIARDI (Dal periodico TorreSette del 16 settembre 2011)