A cura della Redazione
Care ragazze e cari ragazzi, finisce l’anno scolastico, cominciano gli esami, avanzano le sessioni universitarie, si avvicinano colloqui di lavoro e prove di concorso… auguri ad ognuno di voi: si realizzino le vostre aspirazioni e, perché no, i vostri sogni! Siete la mia vita: vivo con voi, penso con voi, cammino con voi. Vi amo profondamente. Amo la vostra imperfezione, il vostro essere veri, autentici, contraddittori, il vostro correre, saltare, fermarvi, la dolcezza e l’aggressività che vi pervade, la gioia che diventa disperazione, la tristezza che si trasforma in entusiasmo, la trasgressione che si evolve in ragionevolezza; amo il vostro amore per il cambiamento! Ecco perché sono convinto che siete migliori di noi adulti, che siete essenziali interlocutori in ogni comunità: dalla famiglia, alla scuola, alla società. Invece vi releghiamo nel ruolo di stupidi, ignoranti, superficiali, teppisti. In questi ultimi venti anni vi ho cercato, ascoltato, interrogato; vi ho stimolato a pensare, a dialogare, a distruggere ma anche a progettare, a costruire. Ho scoperto voglia di vivere, di essere felici, mentre incrocio adulti sempre più pigri, tristi, rassegnati: morti che non sanno di essere morti. La riprova è la testimonianza che la maggioranza della popolazione adulta sta fornendo dinanzi alla più grande occasione di riscatto che la storia ci sta concedendo: la criminalità è nell’angolo, ma noi non ce ne accorgiamo, anzi peggio, ce ne freghiamo. E continuiamo con le nostre illegalità, il clientelismo, la corruzione, una, a volte ipocrita, antimafia civile. Eppure la primavera è iniziata! Molti adulti si stanno organizzando per cambiare mentalità e comportamenti, per rifondare le città sui valori che consiglia la Costituzione; ma protagonisti ne siete soprattutto voi ragazzi, con i vostri dibattiti, le manifestazioni, i cortei, i flash mob, i blog, i video, le proteste ma anche le proposte, che viaggiano su una rete che noi non sappiamo nemmeno usare. Non mi basterà l’intera esistenza per esprimervi la mia gratitudine. Mi state infondendo un fermento che mi fa battere il cuore, che mi dà la forza che non ho più, che risveglia i miei sentimenti e i miei ideali, che mi restituisce i sogni che avevo riposto nel cassetto. Cari ragazzi, scrivo e piango, piango di gioia, perché ci siete! Vi supplico, adulti, coinvolgiamoli in tutte le discussioni e in tutte le decisioni… Coinvolgiamo specialmente i meno fortunati, quelli che sono privati della salute, di un ambiente sano, dignitoso, dell’affetto dei propri cari, perché morti, ammalati, ammazzati, incarcerati, latitanti…: possiamo apprendere molto dalle loro esperienze! E smettiamola di dire che sono il futuro, perché sono il presente: il loro e il nostro! Se la società vuole crescere davvero, ha bisogno dei suoi ragazzi! Mi state a cuore, bambini, adolescenti, giovani! Mi impegno tanto con voi, per voi, per aiutarvi ad essere felici, per accompagnarvi non per guidarvi, per favorire lo sviluppo di personalità solide, equilibrate, allegre, creative, fondamento della felicità; personalità che vi consentano di vivere le gioie senza esaltarvi, di superare i numerosi ostacoli che troverete, di affrontare l’angoscia, che più d’una volta si insinuerà nella vostra mente, per convincervi che ad ogni notte segue il giorno, sempre. Ancora auguri, per la scuola, l’università, il lavoro, il presente, il futuro… Vi voglio bene. MICHELE DEL GAUDIO (dal settimanale TorreSette del 17 giugno 2011)