A cura della Redazione
Pubblichiamo la lettera di Angela Ricciardi, manager del settore turistico, residente in Olanda, in riferimento all’articolo apparso sul n. 9 di TorreSette dell’11 marzo 2011, riguardante il destino dell’ex lido Santa Lucia: Spett.le TorreSette, il silenzio di tutti coloro che ho contattato per il progetto da me ed altri colleghi redatto sulla riqualificazione dell’ex stabilimento balneare, rasenta la follia. Gli unici riscontri ottenuti sono arrivati da Bruxelles e dai rappresentanti italiani della Commissione Europea delle regioni del Nord Italia. L’intera corrispondenza relativa è a disposizione di tutti, dietro richiesta. Nel frattempo, avrei piacere che pubblicaste questa mia lettera sull’iter seguito per porre all’attenzione delle Istituzioni locali l’idea progettuale. Grazie per l’attenzione. ANGELA RICCIARDI A maggio del 2010 sono venuta a conoscenza di un bando indetto dalla Regione Campania per l’assegnazione di fondi europei e nazionali per 21 città campane (A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Decreto dirigenziale n. 180 del 1 aprile 2010 - Avviso per l’assegnazione delle risorse dell’Obiettivo Operativo 6.1 del POR FESR Campania 2007/13 non destinate al finanziamento PIU EUROPA) e tra queste figurava, seconda nella lista, la città di Torre Annunziata. Il bando richiedeva la presentazione di un progetto che avesse allo stesso tempo un rendimento economico ed una validità sociale e l’importo minimo richiesto per ciascun progetto non poteva essere inferiore ai tre milioni di euro. Ciascun Comune era abilitato a presentare anche più di un progetto a valere sullo stesso bando. I progetti potevano essere elaborati anche con privati cittadini e in ogni caso presentati dall’ente Comune di Torre Annunziata. A questo punto, vista la mia pluriennale esperienza lavorativa e manageriale nel settore turistico in Italia e soprattutto in Olanda, ho intrapreso uno studio di fattibilità per un progetto di recupero del lido Santa Lucia a Torre Annunziata. A metà giugno era stata formulata la prima bozza del progetto pilota e dopo una serie di tentativi sono riuscita a fissare un appuntamento con il sindaco Starita che si è tenuto il 10 luglio 2010. Alla riunione erano presenti la mia collega del progetto, Christina Zeitschel, e due esperte olandesi impegnate nell’emancipazione sociale dei soggetti più svantaggiati. Il sindaco si era detto interessato alla nostra collaborazione e ci ha suggerito di avere un incontro con un’altra associa zione anch’essa interessata alla riconversione dell’area. Nello specifico, si tratta dell’associazione Alilacco, per il tramite del suo presidente Amleto Frosi. Spinta dal principio dell’ovvia collaborazione con altri soggetti, in quanto le mie competenze specifiche si esauriscono nell’ambito turistico, e dalla buona fede che mi ha fatto interpretare positivamente la reazione del sindaco, ho proseguito nel mio studio di fattibilità. Avevo addirittura suggerito una conferenza stampa per la pubblicizzazione della proposta, ma il sindaco l’ha sempre posticipata ad altra data e pertanto non è mai avvenuta. Ho trascorso i tre mesi estivi a lavorare, insieme a Christine ed altri componenti del team progettuale, al progetto pilota che vedeva nel Santa Lucia un polo ricreativo polivalente di eccellenza, un’impresa pubblica coordinata da seri professionisti locali e stranieri al fine di risvegliare l’interesse per la città, non solo da parte dei locali, ma anche degli abitanti dei centri limitrofi e degli stranieri. Il dossier propone una visione di sviluppo sostenibile e possibile, basata sulla valorizzazione di risorse già esistenti e dalle grandi potenzialità per incrementare i flussi di visitatori soprattutto nell’area del centro storico, la cui popolazione versa in situazioni di disagio insediativo. Il 10 settembre 2010 è stato protocollato il secondo documento che incorporava il precedente per un totale di 28 pagine di dossier e 45 pagine di allegati. Dopo questa data, ho insistentemente chiesto un nuovo appuntamento al sindaco di Torre Annunziata, visto anche che si avvicinava il termine ultimo di presentazione delle domande di partecipazione al bando e che l’idea progettuale aveva entusiasmato professionisti di varie nazionalità che avevano avuto modo di visionarla. Nel frattempo, ho ritenuto opportuno tenere informata la Commissione Europea dell’iniziativa in quanto promotrice e sostenitrice di progetti di valenza europea. Il secondo incontro tra me, alcuni referenti del team e il sindaco si è tenuto in data 7 ottobre 2010. In quell’occasione, il sindaco ci ha comunicato ufficialmente che, nel frattempo, la proprietà era stata data in concessione all’associazione Alilacco e che da quel momento l’unico referente della proprietà sarebbe stato il sig. Amleto Frosi: in questa occasione il sindaco si è chiaramente detto favorevole all’idea da noi proposta così come protocollata e che avremmo dovuto collaborare con il concessionario. Ho così inviato via email i documenti al nuovo referente. In seguito ho avuto due colloqui telefonici avvenuti per mia iniziativa. Telefonicamente, il presidente dell’associazione Alilacco mi ha comunicato che non riteneva valido puntare su uno sviluppo turistico del bene in oggetto (almeno in via prioritaria) quanto piuttosto adoperare la proprietà quale simbolo dell’anticamorra attraverso la promozione e la vendita di prodotti ottenuti da aziende sottratte alle mafie italiane. Su questo punto vorrei ricordare che la città di Torre Annunziata ospita un sito Unesco (Scavi di Oplonti). Pur sposando totalmente il principio di diffusione dei concetti di legalità, non mi figuro uno sviluppo più ampio di quartiere solo attraverso questa attività (che avrebbe fatto comunque parte integrante del nostro progetto). L’approvazione del progetto da parte del sindaco è l’unica determinante e dunque si è ritenuto opportuno confrontarsi direttamente con lui. L’idea sperimentale è stata presentata quale opportunità, tra le tante possibili, per poter accedere a fonti di finanziamento per lo sviluppo dell’area. Resta non chiarita la motivazione del rifiuto della nostra iniziativa, unico modo in cui possono essere interpretati i continui rinvii per la progettazione esecutiva da presentare per il bando senza mai esaminare approfonditamente e in contradditorio la progettazione proposta. Ad oggi non risultano essere stati presentati progetti per questo bando specifico, e fa riflettere la facilità con cui si perdono certe chances. Il dossier è scaricabile da questo link appositamente creato: http://ricciardiangela.altervista.org. ANGELA RICCIARDI IL PROGETTO Il progetto elaborato dal team italo-olandese prevede la nascita di un eco-resort. Oltre alla riqualificazione della spiaggia antistante l’ex stabilimento balneare e della sua attrezzatura, è contemplata la realizzazione di mini-appartamenti e camere per ospitare i turisti. Ma non solo. Il progetto contempla anche la creazione di un risto-bar al pian terreno dell’edificio, di piscine comunali al secondo livello dell’edificio, di una gran ballroom vista mare, di un ufficio turistico e di un garage con pannelli solari. A regime, la struttura potrebbe assicurare un alto tasso di occupazione durante tutto l’anno, grazie alla posizione pressoché centrale di Torre Annunziata rispetto ai maggiori attrattori turistici quali Pompei, Ercolano, Napoli, Sorrento. (dal settimanale TorreSette del 1 aprile 2011)