A cura della Redazione
Una storia di abbandono e degrado, una delle tante della nostra città. E’ quella dell’ex Lido Santa Lucia, una volta fiore all’occhiello del nostro litorale, in concorrenza con il Lido Azzurro. Ora, invece, è in uno stato di fatiscenza ed è diventato ricettacolo di rifiuti di ogni genere. E lo sarà fino a quando non decollerà il progetto presentato dall’Associazione A.L.I.L.A.C.C.O. - SOS Impresa Casa della Solidarietà, presieduta da Amleto Frosi, che si è aggiudicata il bando pubblicato dall’Amministrazione Comunale di Torre Annunziata nel giugno del 2010. La vicenda del declino del lido Santa Lucia ha inizio oltre venti anni fa, quando l’autorità giudiziaria chiude il noto stabilimento balneare sottraendolo alla gestione della camorra. Per quasi quindici anni, la struttura è in totale abbandono, luogo di ritrovo di balordi e tossicodipendenti, più volte oggetto di atti di vandalismo. Solo nel 2004, con il secondo governo dell’allora sindaco Cucolo, viene indetto un bando per l’assegnazione del Lido attraverso un project financing. Il progetto prevedeva la realizzazione di due piscine al coperto, al posto di quella attuale, più una terza nei pressi dell’arenile, e la creazione di strutture da destinare all’accoglienza della beauty farm, un bar-ristorante ed un ampio parcheggio nell’ex area del complesso Damiano. Un centro turistico-ricettivo all’avanguardia che doveva essere realizzato dalla società aggiudicataria del bando, la Icos Sporting Club srl di Lecce, sulla base di un investimento privato di 3 milioni di euro e con la prospettiva di almeno venticinque posti di lavoro. Tra il progetto e la realizzazione, però, ci sono di mezzo i vincoli paesaggistici imposti nel 1985 ed i paletti della Soprintendenza, che impongono una serie di piccole modifiche ai progetti, e la questione del condono di alcune strutture. Ostacoli che vengono superati durante la negoziazione, grazie alle conferenze di servizi e alle modifiche apportate al progetto di massima. Il vero problema diventa il piano attuativo portuale di Torre Annunziata, che di fatto non esiste, e che invece è necessario perché “strumento di pianificazione ed attuazione”. Ma anche questo ostacolo viene sorvolato in quanto nel febbraio 2006, con l’amministrazione del sindaco Monaco, la Regione Campania delega il Comune a dotarsi di un piano attuativo portuale ai sensi dell’articolo 26 della legge 16/2004. Nel giugno del 2006, una delibera di giunta prende atto della nota regionale e stabilisce la redazione del piano portuale che consentirà la rinascita del Santa Lucia. Ma nel gennaio del 2007, quando ormai il piano attuativo era stata approntato dai tecnici, un terremoto politico si abbatte sull’amministrazione. Il sindaco Monaco viene “sfiduciato” dalle dimissioni di sedici consiglieri comunali, il Comune è commissariato fino alle elezioni di maggio 2007, quando ad essere eletto primo cittadino è Giosuè Starita. Nei tre anni successivi alla sua nomina, nonostante sul frontespizio della delibera che dava mandato ai tecnici comunali di predisporre il piano portuale c’era anche il nome dello stesso Starita, allora assessore ai Lavori Pubblici, il piano non sarà mai sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale. Il progetto Santa Lucia si arena, o meglio, viene messo in soffitta. Arriviamo così al maggio 2010, quando il sindaco, rinunciando a tutto quanto era stato programmato precedentemente, dispone una determina che revoca la concessione del project financing alla Icos. Viene, pertanto, cestinato un progetto in dirittura d’arrivo e si apre la strada ad un inevitabile contenzioso legale con la Icos. Pochi giorni dopo, il 14 maggio, l’Amministrazione comunale avvia la procedura per l’assegnazione in concessione dello stabilimento balneare Santa Lucia alle Associazioni che operano sul territorio e che abbiano tra gli obiettivi statutari la lotta ed il contrasto alla criminalità. Il bando viene espletato e nel mese di luglio la concessione viene assegnata all’Associazione Alilacco. Da allora sono trascorsi quasi otto mesi e si sa poco o nulla sul progetto di riqualificazione della struttura balneare. «Abbiamo inoltrato la richiesta di finanziamento con fondi europei per la ristrutturazione del Lido - ha affermato Amleto Frosi - e siamo in attesa di una decisione in merito. Al progetto, unitamente alla nostra Associazione, parteciperanno anche Legambiente, Associazione Libera, alcune Fondazioni e la stessa Regione Campania. Intanto, in attesa delle risorse economiche - conclude Frosi - stiamo valutando l’opportunità di rendere funzionale la spiaggia del Lido già da questa estate. Provvederemo alla pulizia dell’arenile dotandolo di strutture minime, quali docce e ombrelloni». In attesa di tempi migliori, è già qualcosa... BENNI GAGLIARDI (Dal settimanale TorreSette del 11 marzo 2011)