A cura della Redazione
La cancellazione della Zona franca urbana dall’agenda politica del governo centrale, la dice lunga sul tanto sbandierato impegno governativo per il Sud. Alla fine l’ha spuntata il ministro dell’economia Giulio Tremonti, che in più di un’occasione aveva cercato di ridurre la portata di questo strumento di incentivazioni alle imprese, concepito dal governo Prodi per dare una boccata di ossigeno a diciotto aree depresse del Paese (poi estese a ventidue dal governo Berlusconi), tra cui anche Torre Annunziata. E stupisce ancor di più il fatto che lo stesso neo ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, abbia più volte smentito qualsiasi intervento riduttivo nell’ambito del decreto legislativo per la riforma degli incentivi alle imprese. Resta il fatto, però, che i 150 milioni di euro stanziati per le Zfu (annualità 2008-2010) non compaiono più nella tabella allegata alla delibera Cipe sulla riprogrammazione dei Fas 2007-2013. Svaniscono, quindi, completamente le speranze di poter utilizzare i 5 milioni e 345 mila euro (annualità 2008-2009), assegnati al comune di Torre Annunziata, dopo la firma del contratto avvenuta a Roma il 28 ottobre 2009 tra il sindaco Giosuè Starita e il ministro Claudio Scajola. La cancellazione delle Zfu rappresenta senz’altro una grossa “mazzata” per le economie dei comuni assegnatari del progetto, soprattutto di quelli del Mezzogiorno. La novità che caratterizza la Zona franca urbana, rispetto alle altre forme di incentivazioni alle imprese sperimentate negli anni addietro, sta nel fatto che in questo caso viene concepito a loro favore un sistema automatico di esenzioni su tasse e imposte, oltre ad agevolazioni fiscali e previdenziali. Quindi niente domande per chiedere contributi, niente lungaggini burocratiche, niente graduatorie. Tutto è automatico ed il Comune si sostituisce all’imprenditore nel versamento di tasse, imposte e contributi previdenziali. E’ una novità assoluta nel campo delle incentivazioni alle imprese, con ottimi risultati conseguiti nei Paesi dove la Zfu è stata sperimentata. L’esperienza francese del finire degli anni ’90, infatti, ci ha insegnato che, con l’attuazione della Zfu, le imprese in quelle aree sono raddoppiate, mentre l’occupazione è triplicata. Tutta l’amministrazione comunale ha fortemente creduto nelle potenzialità della Zona franca urbana. E con essa gli imprenditori. Ricordo che da assessore alle Attività Produttive ricevevo quotidianamente nel mio ufficio decine di telefonate di imprenditori interessati o a trasferire la loro azienda o ad intraprendere una nuova attività economica a Torre Annunziata. E questo voleva senz’altro dire nuova occupazione, dal momento che il 30 per cento della manodopera da assumere doveva risiedere nelle aree incluse nella Zona franca urbana. A supporto di quanto sto affermando, va detto che l’anno 2009 è stato caratterizzato da un’impennata di nuove aperture commerciali nella Zfu. C’è stata perfino qualche azienda napoletana che ha trasferito i suoi uffici a Torre Annunziata. Ora la domanda da porsi è: “Che ne sarà di queste aziende dal momento in cui la legge istitutiva delle Zfu prevede un sistema di incentivazioni alle imprese a partire dall’anno 2008?”. E infine, le “Zone a burocrazia zero”, che dovrebbero sostituire le Zfu, ma che nessuno sa ancora cosa siano, di quali fondi si avvarrebbero se quelli stanziati per le Zfu sono stati depennati? Domande che, nell’attuale confusione politica nazionale, difficilmente troveranno una risposta. ANTONIO GAGLIARDI* *Già assessore alle Attività Produttive Comune di T. A. (Dal settimanale TorreSette del 17 dicembre 2010)