A cura della Redazione
C’era da aspettarselo. Non c’è angolo di città dove non si parla dell’aumento della tassa sui rifiuti. Man mano che le cartelle esattoriali arrivano a destinazione, si fa sempre più forte la protesta di cittadini e commercianti nei confronti delle istituzioni locali per aver dato luogo ad aumenti che vanno dal 69 per cento per i locali destinati ad uso abitativo, sino all’82 per quelli commerciali ed industriali. Aumenti che sopraggiungono in un periodo di forte crisi economica, che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprenditori. Diversi sono stati i commenti lasciati sulla rubrica “Dite la Vostra” di torresette.it. Lamentele legittime fatte da cittadini vessati e “spremuti” fino all’osso. Ma perché tutti i Comuni della regione Campania sono stati costretti, chi più chi meno, a deliberare aumenti così cospicui della tassa sui rifiuti? Tutto ha inizio dal Decreto Legge 61 del 21 maggio 2008 del governo Berlusconi che impone ai Comuni campani di aumentare la tassa sui rifiuti solidi fino alla copertura dell’intero costo del servizio di igiene urbana, esponenzialmente cresciuto a seguito dell’emergenza rifiuti. Antecedentemente a questo decreto, i Comuni potevano coprire, con risorse proprie, fino al 50 per cento del costo complessivo del servizio. Un esempio: il comune di Torre Annunziata spende annualmente, tra contratto con l’Oplonti Multiservizi (circa 5 milioni e 500 mila di euro) e conferimento dei rifiuti alla discarica (circa 1 milione e 800 mila euro), la somma totale di 7 milioni e 300 mila euro. Mentre prima dell’entrata in vigore del Decreto Legge 61 il Comune poteva concorrere alla spesa per un massimo di 3 milioni e 650 mila euro, ora non può più farlo e l’intero costo cade sulle spalle dei contribuenti. Quindi, affinché in futuro si possa prendere in seria considerazione una riduzione della tassa sui rifiuti, bisogna muoversi su tre direttive: estendere la raccolta differenziata su tutto il territorio cittadino; contenere l’importo del contratto con l’Oplonti Multiservizi; allargare la fascia dei contribuenti, perché pagare tutti equivale a pagare di meno. Per quest’ultimo aspetto, qual è stata la strategia messa in campo dall’Amministrazione comunale in questi ultimo anni? “Nel 2003 - afferma Nunzio Ariano, dirigente dell’Ufficio Finanziario - il Comune ha stipulato con la Gestor, oggi Tributi Italia, un contratto per il recupero dell’evasione fiscale. Questi i risultati per l’Ici (imposta comunale sugli immobili). Anno 2004: incassati 1.034.148,48. Anno 2005: 293.017,10. Anno 2006: 661.796,08. Anno 2007: 437.891,86. Anno 2008: 371.549,32. Anno 2009: 414.342,45. Anno 2010 (primi sei mesi): 204.052,48. In totale sono stati recuperati circa 3 milioni e mezzo di euro. La lotta all’evasione della tassa sui rifiuti, invece, è iniziata nel 2006, con questi risultati. Anno 2007: incassati 1.002.615,29. Anno 2008: 542.093,91. Anno 2009: 526.632,57. Anno 2010 (primi sei mesi): 486.785,10. Per un totale di 2 milioni e 600 mila euro. Le agevolazioni Tarsu che sono state introdotte per l’anno 2010 - conclude Ariano - sono state rese possibili grazie al recupero di oltre 500 mila euro di evasione dell’anno scorso”. Una lotta all’evasione che, secondo i dati fornitici, ha dato buoni risultati. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia perché, secondo le stime non ufficiali, ci sarebbe ancora una buona percentuale della popolazione che elude ancora questa tassa. E, con i tempi che corrono, non è più possibile gravare ulteriormente su una popolazione già fortemente provata dalla mancanza di lavoro e dalla crisi economica. DOMENICO GAGLIARDI (Dal periodico TorreSette del 9 luglio 2010)