A cura della Redazione
Fare del turismo nautico e della nautica da diporto i baluardi dello sviluppo economico del territorio. E’ questa la mission che il Comune di Torre Annunziata intende perseguire al fine di risollevare le sorti di un’economia stagnante e boccheggiante. Nasce da queste premesse l’idea di creare un porto turistico in grado di attrarre risorse, sia in termini economici che occupazionali. Per raggiungere tali obiettivi, l’Amministrazione guidata dal sindaco Giosuè Starita ha stipulato una convenzione con Italia Navigando SpA, società controllata da Invitalia (già Sviluppo Italia SpA), l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, che ha come obiettivo quello di promuovere l’implementazione di una rete nazionale di porti turistici, attraverso partnership con Enti pubblici ed imprenditori privati. La Regione Campania, con la delibera n. 1047 del 19 giugno 2008 ha individuato i porti di rilevanza regionale ed interregionale, e tra questi figura anche lo scalo marittimo oplontino. Pertanto, al fine di realizzare il Porto Turistico nella nostra città, il Comune lavorerà fianco a fianco con Campania Navigando srl, altra società controllata di Italia Navigando e dell’Ente Autonomo Volturno srl (EAV). Quest’ultima ha lo scopo, tra gli altri, di fornire sostegno agli enti locali per la realizzazione e gestione di progetti integrati di sviluppo nel settore della portualità turistica e del turismo nautico. Quindi, sembra prendere corpo l’idea di creare a Torre Annunziata un porto turistico sulla stregua di quello realizzato nella vicina Castellammare di Stabia, che ad oggi rappresenta senza dubbio un ottimo biglietto da visita per una città di mare come quella stabiese. L’ulteriore passo in avanti dovrebbe, a questo punto, essere la costituzione di una cosiddetta società di scopo, ovvero uno strumento giuridico creato ad hoc, atto ad accelerare nel breve termine lo sviluppo del Porto Turistico di Torre Annunziata. Tale società, secondo quanto riportato nello schema di convenzione, prenderà il nome di “Marina di Torre Annunziata srl”, e sarà controllata da Campania Navigando, con una partecipazione alla compagine societaria anche del Comune oplontino, nella misura minima del 5 per cento e, comunque, non superiore al 49 per cento del capitale sociale. Ma in cosa consiste il progetto? Innanzitutto, occorrerà affrontare e, naturalmente, risolvere la problematica inerente all’insabbiamento dell’attuale porto commerciale. In secondo luogo, bisognerà migliorare e garantire la navigabilità del canale di accesso portuale e l’attracco in sicurezza ai moli commerciali. In ultimo, preservare gli interessi commerciali degli operatori economici che già operano nel porto oplontino e non ostacolare futuri insediamenti di altre attività o ampliamenti di quelle già esistenti. A tale scopo, la società potrà disporre di uno stanziamento pari all’incirca 10 milioni di euro. Evidenziate tali premesse, la società “Marina di Torre Annunziata” gestirà il realizzando Porto Turistico e le strutture ad esso connesse. Provvederà, inoltre, alla realizzazione di servizi ed impianti necessari per l’attività, e potrà gestire tutte le attività commerciali nell’ambito del Porto Turistico, come la rivendita di carburanti e lubrificanti, il noleggio di imbarcazioni e natanti da diporto, la rivendita di accessori e ricambi per la nautica, parcheggi, bar, tavole calde, ristoranti, discoteche, negozi. Insomma, dar vita ad una location di tutto rispetto, sull’esempio dei porti turistici di Capri, Procida, Agropoli, Taranto, anch’essi realizzati da Italia Navigando per il tramite di società controllate e collegate. Se davvero Torre Annunziata vuole sollevarsi ed uscire dal pantano in cui è sprofondata da anni, dovrà cogliere le opportunità di crescita che le si pongono dinanzi. Sta alla classe dirigente oplontina concretizzare i tanti progetti annunciati e mai portati a termine. Quello del Porto Turistico potrebbe essere un buon punto di partenza, che consenta di invertire, finalmente, la rotta, volendo utilizzare un’espressione prettamente “marinaresca”. DOMENICO GAGLIARDI (dal periodico TorreSette di venerdì 28 maggio 2010)