A cura della Redazione
L’acqua è un bene di tutti, non vendiamola. Sostanzialmente è questo il messaggio lanciato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, un insieme di associazioni, comitati culturali, sociali ed Enti che si battono per evitare la “mercificazione” dell’acqua. Il Forum ha promosso tre quesiti referendari volti ad abrogare gli effetti dell’articolo 15 del decreto legge n. 135/2009 (che va a sostituire l’articolo 23 bis del decreto legge n. 112/2008), convertito successivamente in legge, la n. 166/2009, in cui si sancisce, tra l’altro, il conferimento “in via ordinaria” della gestione dei servizi pubblici locali (tra cui, anche l’acqua) “a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità Europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità; b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l’attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento”. Le perplessità dei consumatori e del comitato promotore del referendum risiedono nel fatto che affidare il servizio idrico ai privati (resterebbe pubblica la proprietà della rete) comporterebbe il rischio di un incremento ingiustificato delle tariffe. I tre quesiti referendari avallati dal Forum, depositati presso la Corte di Cassazione lo scorso 31 marzo, qualora fossero approvati e votati dai cittadini, porterebbero in sostanza al ritorno, per l’affidamento del servizio idrico integrato, all’articolo 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione. Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007, corredata da oltre 400mila firme di cittadini. La battaglia per sancire il diritto della pubblicità dell’acqua, dunque, è iniziata. Adesso, occorrono 500mila firme entro tre mesi per poter richiedere il referendum. A Torre Annunziata, le postazioni di raccolta delle firme saranno attive il sabato e la domenica (dalle ore 9,30 alle ore 12,30) all’angolo di via Vesuvio, nei pressi del Banco di Napoli. Di tutto questo parlerà Alex Zanotelli nel corso di un dibattito che si terrà all’Isa “de Chirico” lunedì 3 maggio, alle ore 16,30. Il Padre Comboniano, nella stessa giornata, sarà ospite, poi, del Caffè Letterario Nuovevoci (ore 19,30). DOMENICO GAGLIARDI