A cura della Redazione
“Pranzammo a Torre Annunziata con la tavola disposta proprio in riva al mare. Tutti coloro erano felici di abitare in quei luoghi, alcuni affermavano che senza la vista del mare sarebbe impossibile vivere. A me basta che quell’immagine rimanga nel mio spirito”. Così affermò Wolfgang Goethe, il noto poeta tedesco, il 13 marzo 1787, nel suo libro “Viaggio in Italia”. E questa “dichiarazione d’amore” per la nostra città è scolpita sulla lapide che si trova oggi in via Sepolcri, di fronte agli Scavi di Oplonti. Certamente Goethe rimase affascinato non solo dalla bellezza del nostro mare, ma anche dallo stupendo panorama della penisola sorrentina e di Capri che si ammira dal litorale torrese. Quarantaquattro anni dopo, nel 1831, il generale Vito Nunziante riscoprì le antiche Terme di Marco Crasso Frugi, riportandole alla luce dopo diciassette secoli e mezzo, in quanto erano state seppellite dalla spaventosa eruzione del Vesuvio che distrusse anche Oplonti nel 79 dopo Cristo. Quelle Terme, che poi hanno preso il nome di “Nunziante”, furono valorizzate indirettamente dal re di Napoli Ferdinando II, che nel 1842 fece prolungare la linea ferroviaria Napoli-Portici fino a Torre Annunziata, proprio per consentire a tutti di poter usufruire dell’azione benefica delle acque termali. E che dire poi del Lido Azzurro che, successivamente, e almeno fino agli anni ‘60 del secolo scorso, ha vissuto un vero e proprio “periodo d’oro” attirando non solo tantissimi nostri concittadini ma anche moltissimi abitanti del circondario e perfino da località lontane da noi. Non soltanto grazie alla sua sabbia di orgine vulcanica e al mare limpido, ma anche al fatto che era diventato “un centro di gravità permanente” per le miss che vi si eleggevano, e per i famosi cantanti, attori e scrittori che allietavano le serate del Lidonotte Club. Il Lido Azzurro, però, era solo l’attrattiva principale, per di più per i benestanti, ma tutto il tratto di litorale che va dallo scoglio di Prota all’ex Lido Santa Lucia, dalla Salera a Rovigliano, era affollatissimo durante la stagione estiva. Sei chilometri di litorale, se si esclude il porto di Torre Annunziata (ma anche lì gli scugnizzi nostrani si divertivano a fare in continuazione spericolati tuffi “a tufaniello”), che hanno rappresentato “una miniera d’oro” per la nostra economia locale e per i diversi stabilimenti balneari, anche i più piccoli. Oltre che una fonte di benessere per le qualità salutari del nostro mare, allora pulito, delle sabbie vulcaniche e delle Terme Nunziante. Poi, iniziò il lento declino con l’anno nero del colera del ‘73 e, da trentasette anni, il divieto di balneazione ci ricorda l’inquinamento del mare. Al quale il fiume Sarno ha dato un negativo contributo con le sue acque, piene di veleni che si riversano nel tratto di litorale della nostra costa, il cui disinquinamento aspettiamo dagli anni ‘80. Intanto, un’altra “mazzata” si è abbattuta sulle nostre strutture balneari oltre venti anni fa, con la chiusura di uno storico stabilimento, il Lido Santa Lucia. Da allora è diventato un luogo di ritrovo per tossicodipendenti, un ricettacolo di rifiuti ed è in una situazione di fatiscenza e di degrado inaccettabili. In verità, nel 2004, è stato presentato un project financing da una Società, l’Icos Sporting Club di Lecce, per recuperare e riqualificare la struttura. Trasformandola in una beauty farm, con un bar-ristorante, due piscine coperte al posto di quella attuale e una terza vicino all’arenile, un ampio parcheggio nell’ex area Damiano. Insomma, un vero e proprio centro turistico-balneare, che però non ha mai visto la luce perché si è “arenato”, è proprio il caso di dirlo, tra diverse problemi e difficoltà. «Innanzitutto - afferma l’assessore ai Lavori Pubblici Tommaso Solimeno - perché occorreva una variante al piano regolatore che non è stata mai approntata e, di conseguenza, approvata da parte della Regione Campania. Ciò ha comportato un contenzioso da parte della società Icos che ha richiesto all’Ente Comunale un risarcimento dei danni per le spese sostenute per la progettazione. Solo dopo aver risolto questa questione - conclude il vicesindaco -, l’amministrazione comunale potrebbe procedere all’indizione di un bando per dare in gestione lo stabilimento balneare». Quindi, mentre il Lido Azzurro, il Rinascenza, il Risorgimento e l’Eldorado rappresentano, nonostante tutto, delle realtà (anche se non ancora valorizzate interamente), il Lido Santa Lucia è sparito o, peggio ancora, continua a deturpare lo scenario della nostra costa. Un tentativo per recuperare almeno il suo arenile è stato fatto dall’amministrazione comunale il 25 marzo scorso, con la pubblicazione di un bando di affidamento della spiaggia pubblica antistante il Lido Santa Lucia e quella di Rovigliano, che proprio alcuni giorni fa, il 21 aprile, è scaduto. Adesso saranno esaminate le domande pervenute, per l’affidamento della concessione demaniale a privati dal 1 giugno al 30 settembre. I vincitori dovranno garantire la pulizia, la vigilanza e l’ingresso libero all’arenile, in cambio della vendita di bevande e dell’eventuale locazione di attrezzature da spiaggia. Un’iniziativa per garantire condizioni dignitose al tratto di litorale interessato, in modo che i cittadini non abbienti possano usufruire dell’elioterapia. Anche se è consuetudine, su questa e altre spiagge della nostra costa, praticare comunque la balneazione, nonostante sia vietata, per trovare un refrigerio durante la calura estiva. Ma il sogno di tutti i torresi, e anche degli abitanti dei Comuni vicini, soprattutto quelli dell’area vesuviana, è che un giorno, speriamo vicino, potranno di nuovo bagnarsi in un mare limpido e pulito. Forse allora comincerà un nuovo “periodo d’oro” per la nostra città, anche con una maggiore valorizzazione delle Terme Vesuviane Nunziante, i cui riflessi positivi si avvertiranno sicuramente sullo sviluppo economico di Torre. SALVATORE CARDONE (dal setiimanale TorreSette del 30 aprile 2010)