A cura della Redazione
L’effetto del decreto milleproroghe sulla zona franca urbana di Torre Annunziata crea apprensione nell’amministrazione comunale. È l’assessore alle Attività Produttive Antonio Gagliardi a palesare le preoccupazioni per la mancata attuazione, fino a questo momento, di questa iniziativa di fiscalità di vantaggio a sostegno delle piccole imprese e dell’occupazione. «Le Zone Franche Urbane - afferma Gagliardi - furono presentate in pompa magna lo scorso 28 ottobre dal ministro Claudio Scajola, ma da quel giorno le cose sono cambiate profondamente». L’assessore ricorda lo spirito delle zone franche: consentire alle imprese che accettavano di insediarsi nei quartieri con potenzialità economiche inesprese, sgravi fiscali, tra cui l´esenzione Irap, Irpef e Ici per 5 anni e la totale esenzione dei contributi previdenziali sui dipendenti assunti per 5 anni. Inoltre, nei 9 anni successivi, le suddette imposte dovevano rimanere comunque ridotte. Mancava solo il decreto attuativo per renderle operative dal primo gennaio 2010, con la destinazione dei fondi già ripartiti. «Nel decreto milleproroghe approvato il 30 dicembre 2009 - ha dichiarato il leader cittadino dell’Italia dei Valori - è stato inserito un provvedimento che rischia di annullare in parte le agevolazioni previste. Lo stesso è stato giustificato come un modo per far avere subito i soldi ai Comuni; in realtà il Ministero dell’Economia ha cancellato gli sgravi Irpef e Irap per le imprese, preoccupato per il calo del gettito 2010. Senza contare che tutto ciò richiederà un nuovo iter per poter ottenere l’okay da parte dell’Unione Europea». Con questa rivisitazione dell’idea iniziale, c’è un rischio: «Le zone franche - prosegue Gagliardi - si trasformano in zone con alcuni incentivi, ma non sono da considerarsi di certo “franche”. Dell’esenzione Ici possono usufruire solo i fortunati che sono proprietari del locale in cui svolgono l’attività; dell’esenzione sui contributi, le aziende che hanno abbastanza lavoro da poter assumere qualcuno. In questo quadro, i piccoli come al solito rimangono totalmente privi di defiscalizzazione Irpef e Irap. Potremmo essere l’unico Paese d’Europa che sarebbe costretto a rinunciare alle zone franche urbane per una scelta scellerata di questo Governo». Un esempio della confusione che vige all’interno del Governo su come proseguire, sta nella contraddizione tra due decreti emanati. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2009, infatti, è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro del 1° dicembre 2009, recante “Determinazione del massimale di retribuzione ai fini dell’esonero del versamento dei contributi previdenziali” in Zona Franca Urbana, demandando all’ente impositore la definizione delle ulteriori modalità attuative. Nello stesso giorno, stesso numero, la Gazzetta Ufficiale pubblicava il decreto legge “milleproroghe” che con l’art. 9, comma 4, elimina proprio quell’esonero, sostituendolo con un contributo erogato dai Comuni. In altre parole, è stato pubblicato un provvedimento attuativo di una disposizione legislativa che, dallo stesso giorno, non è più in vigore! Stranezze della burocrazia e di questo Governo... Intanto, si sollevano le proteste dei 22 Comuni dichiarati zona franca. I Sindaci dei tre comuni calabri di Crotone, Rossano e Lamezia Terme hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola per un incontro urgente per evitare di stravolgere un´iniziativa in grado di creare sviluppo e occupazione. La stessa cosa si apprestano a fare i sindaci dei comuni di Torre Annunziata, Napoli e Mondragone. A questo punto una domanda è d´obbligo: cosa hanno fatto i parlamentari del Sud che appoggiano il governo Berlusconi. Perché non si sono opposti ad un decreto voluto per lo più dalla Lega? VINCENZA PERNA (Dal settimanale TorresSette in edicola venerdì 8 gennaio)