A cura della Redazione
Giro d’Europa a nuoto. Seconda tappa: Stretto di Gibilterra. L’inedito “diario di Salvatore Cimmino”, il campione disabile di Torre Annunziata che in solo tre ore, attraversa il pezzo di mare “per costruire un mondo senza barriere e senza frontiere”. Spagna-Marocco, un sogno realizzato con grande spirito di sacrificio e forza d’animo. La prima cosa che mi preoccupa è l’incertezza delle condizioni meteomarine, solitamente difficili a causa della variabilità cui è soggetta quest’area geografica che divide l’Atlantico dal Mediterraneo; per rendere l’idea, nella stessa giornata riescono ad alternarsi tutte e quattro le stagioni. Sono arrivato a Tarifa, da Siviglia, verso le 6,30 del pomeriggio del 21 maggio, accompagnato da mio padre Ciro, da Enrico Albertini, amico fraterno e dirigente dell’ Artiglio nuoto di Viareggio, e dal Direttore Tecnico della Tirrenica nuoto di Viareggio, Adolfo Buonaccorsi. Anche in questa circostanza l’affetto e il sostegno del Circolo Canottieri Aniene, della Fondazione Roma, dell’Italbrokers hanno costituito quella spinta in più fondamentale per il successo dell’iniziativa. Il tempo di rifocillarci e abbiamo incontrato Rafael Gutierrez Mesa, responsabile della http://acneg.com/ il quale, dopo i saluti di rito, ci comunica che, tempo permettendo, la traversata avrebbe potuto, presumibilmente, svolgersi lunes, lunedì in spagnolo, poiché fino al 25 maggio le correnti non sarebbero state favorevoli alla nuotata. Tariffa è un villaggio talmente meraviglioso, accogliente e ospitale che, credetemi, non ci è dispiaciuto affatto doverci fermare più del previsto anzi, è stato un soggiorno che ricorderò per sempre. Naturalmente ricorderò per sempre anche la temperatura dell’acqua del mare: decisamente fredda, al punto tale che continuare a nuotare costituiva l’unico rimedio al… congelamento!!! Finalmente arriva domenica 24 maggio e incontriamo Rafael, il quale però ci comunica che difficilmente avrei potuto nuotare l’indomani perché le previsioni erano cambiate, e dovevo aspettare il martedì. A quel punto abbiamo iniziato a preoccuparci, ho detto a Rafael che ero convinto che la traversata si sarebbe comunque fatta l’indomani, che quindi ci saremmo visti alle 8,30 del mattino dopo, che le condizioni meteomarine sarebbero state clementi, insomma non potevo aspettare un giorno di più! Infatti, lunedì mattina alle 6,00 il cielo era splendidamente azzurro, c’era sì vento, ma non tanto da doversi preoccupare; a quanto pare le mie preghiere erano state esaudite e alle 8,30 Rafael ci comunica che le condizioni, pur se non ottimali, mi consentiranno comunque di tentare la traversata dello Stretto. Rafael chiama a raccolta la sua squadra composta da Antonio, responsabile della rotta, da Jesus responsabile della seconda imbarcazione e dall’ equipe medica. Alle 9,00 ci avviamo alle barche, ci prepariamo e ci dirigiamo al punto di partenza, Isla di Tariffa e alle 9,33, con un vento freddo di ponente forza 3 partiamo. L’inizio non è stato dei più facili: il mare e il vento erano molto capricciosi, m’impedivano di stare in assetto per cui, come accade spesso, ho dovuto seguire i movimenti dell’acqua. Per fortuna dopo circa mezz’ora il vento ed il mare hanno iniziato progressivamente a dimostrarsi più clementi. Alla prima sosta alle condizioni avverse si aggiunge la rottura degli occhialini, che per fortuna sono riuscito a sostituire; dopo averli calzati vado avanti, nel frattempo la temperatura dell’ acqua, nera a causa del cielo coperto, anziché aumentare diminuisce. Finalmente, proprio quando cominciavo a perdere le speranze, un raggio di sole perfora la barriera di nuvole e mi raggiunge trasmettendomi una forte carica, a tal punto da convincermi che le condizioni, come poi si è avverato, sarebbero cambiate. Finalmente spunta il sole, il mare è meno arrabbiato, la temperatura dell’acqua è stazionaria, ma all’improvviso mi scontro con un branco di delfini: mi blocco spaventato, dalla barca, Jesus e Adolfo mi gridano di andare avanti, di non aver paura perché i delfini sono amici venuti a salutarmi; solo che non si sono limitati a salutarmi, mi hanno fatto compagnia per oltre venti minuti prima di dirmi addio. Credetemi, non li dimenticherò mai! Ma evidentemente le sorprese non devono esaurirsi: mi rendo conto di essere arrivato, sono le 12,33, non ci posso credere, ho impiegato tre ore e trentasei secondi! Adolfo mi fa vedere il cronometro ed effettivamente, nel momento in cui tocco la terra marocchina, sono trascorse 3 ore e 36 secondi dalla partenza, precisamente come mi viene indicato da Antonio. Punta Marsa, 17 Km! Che dire, solo con un miracolo si può definire questa prestazione, sono sempre più convinto che, insieme con tutti voi, riusciremo a costruire un Mondo senza Barriere e senza Frontiere. Con Affetto Salvatore Cimmino (Nella foto, Cimmino, a destra, prima della partenza)