A cura della Redazione
Un organismo in grado di garantire il rispetto della deontologia professionale da parte degli avvocati e dei magistrati. Con questo intento nasce la Consulta deontologica giuridica e forense. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Tribunale di Torre Annunziata martedì scorso, il presidente dell’Ordine degli Avvocati oplontino, Gennaro Torrese, ha illustrato il progetto messo in campo dalla classe forense e fortemente voluto dallo stesso Torrese. «Il nostro obiettivo - spiega - è quello di assicurare una sempre maggiore vigilanza per rafforzare un’avvocatura che vuole continuare a tutelare i beni fondamentali dell’individuo, e svolgere una funzione, costituzionale e sociale, al servizio della collettività». Il nuovo istituto, primo nel suo genere nel panorama giudiziario italiano, verrà insediato all’interno della struttura giudiziaria oplontina, e godrà di autonomia ed indipendenza rispetto all’Ordine degli Avvocati. Presidente della Consulta sarà l’avvocato Elio D’Aquino, il quale si dichiara orgoglioso ed entusiasta della nascita di questo organismo: «In una realtà come quella del Tribunale di Torre Annunziata - afferma -, sempre più importante per numero di avvocati, processi e territorio di competenza, era necessario creare un qualcosa che potesse garantire un migliore servizio ai cittadini e agli addetti ai lavori. Per questo motivo abbiamo deciso di istituire la Consulta. Il nostro intento - afferma D’Aquino -, attraverso tale organismo, è quello di creare i presupposti per il corretto svolgimento dell’attività giudiziaria, vigilando in primis sul rispetto delle regole deontologiche seguite nel corso delle udienze dalla classe forense. Tuttavia, poiché in un processo sono diversi i soggetti coinvolti, ci è sembrato giusto vagliare e monitorare anche gli atteggiamenti dei magistrati che in nessun caso debbono discostarsi dai principi della buona educazione, oltre che dalla corretta applicazione dei Codici. Sebbene contrapposti, il ruolo dell’avvocato e quello del magistrato deve essere svolto seguendo scrupolosamente la deontologia professionale. Su questo non può esservi alcuna eccezione. Tutto il lavoro che riguarderà la Consulta - conclude - sarà quindi incentrato all’accoglimento e alla risoluzione delle istanze che di volta in volta saranno sottoposte alla nostra attenzione dai colleghi, per evitare prevaricazioni e della classe forense e dei magistrati». La Consulta giuridica rappresenta, dunque, una sorta di ufficio di consulenza esterna su tematiche specifiche, pronto a fornire assistenza e pareri non solo ad avvocati ed associazioni forensi, ma anche a tutti quei cittadini, coinvolti in processi giudiziari, che ne faranno richiesta. Infine, potrà autonomamente inoltrare esposti disciplinari ad organi competenti, senza per questo sostituire l’iniziativa intrapresa da singoli soggetti portatori di interessi legittimi. «E’ un progetto ambizioso e delicato - sostiene Gennaro Torrese - al quale stavamo lavorando da tempo io ed Elio D’Aquino. Ora che lo abbiamo realizzato, siamo fiduciosi e convinti della sua utilità e della sua bontà. La Consulta non sarà un organismo “vuoto”, ma estremamente concreto ed impegnato sul versante del rispetto della deontologia che deve caratterizzare la professione forense e dei giudici. Al suo interno - conclude Torrese - lavoreranno persone competenti e di qualità. Oltre al presidente D’Aquino, ne faranno parte gli avvocati Antonio Cirillo, Gennaro Marrazzo, Felice Bellona, Pasquale Manfredi, Raffaele Fattorusso e Anna Merolla». A margine della presentazione della Consulta giuridica, il presidente dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Torre Annunziata, ha anche evidenziato le carenze strutturali del Palazzo di Giustizia oplontino. «A Tal proposito - sottilinea Torrese - abbiamo proclamato l’astensione dalle udienze dal 20 al 28 maggio. Ci è stato assicurato che la settimana prossima avremo un incontro con il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per discutere dei disagi e delle precarie condizioni in cui tutti i giorni siamo costretti a lavorare». DOMENICO GAGLIARDI da TorreSette