A cura della Redazione
Giraud chiuso:  il Savoia trasloca La questione stadio Giraud sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Amministrazione comunale. Un impianto costato oltre 14 miliardi di lire che, a distanza di nove anni dalla sua inaugurazione, presenta un aspetto che definire pietoso rappresenta esercizio di puro eufemismo. Eppure, appena l’anno scorso sono stati spesi 100 mila euro per lavori d’urgenza a cui ne vanno aggiunti altri 70 mila nel 2006. Il risultato? Uno stadio colabrodo che da tempo non presenta le caratteristiche essenziali per ottenere l’agibilità dalla Commissione di Vigilianza. La prima squadra della città, il Savoia, è stata costretta a traslocare, aggiungendo una grave situazione di disagio alla già precaria fase di ricostruzione della società. Il presidente della Commissione Sport, Domenico De Vito, ha denunciato la scarsa attenzione delle amministrazioni verso la problematica stadio. «Nel 2006 - afferma - in seguito al decreto Pisanu sulla sicurezza negli stadi, il Giraud avrebbe avuto bisogno di interventi strutturali per 250 mila euro. Ma si preferì soprassedere e chiudere il settore Distinti, abbassare la capienza ed uscire così dal novero delle strutture interessate al suddetto decreto». Ora lo stadio comunale si ritrova privo della certificazione di agibilità richiesta dai Vigili del Fuoco e dalla Commissione Nazionale del Coni, ed è per tale motivo che già dalla prossima settimana incalzeranno i lavori per adeguare la struttura sportiva alle norme di sicurezza. Ma perché questi interventi non è stato possibile realizzarli approfittando della consueta pausa estiva della stagione agonistica? La domanda, logica e conseguenziale, l’abbiamo girata all’assessore ai Lavori Pubblici. «A dire il vero - spiega Michele Cuomo - i lavori sono iniziati già da tempo per eliminare una perdita d’acqua consistente, che rischiava di danneggiare le fondamenta dello stadio. Infatti, la perdita era localizzata sotto la tribuna centrale. Inoltre, durante i lavori abbiamo riscontrato anche una carenza di collegamento con l’impianto fognario». Come proseguiranno ora i lavori? «Abbiamo deciso di andare avanti per step. In una prima fase, da giugno a luglio, abbiamo rimosso tutti i pericoli incombenti sulla struttura (costo dei lavori 40 mila euro, ndr). In una seconda fase, abbiamo rideterminato la capienza dello stadio, calcolata in base alle uscite di sicurezza disponibili. Secondo i nostri calcoli, la capienza del settore Tribuna sarà di 1.300 posti, quella della Curva di 800, quella dei Distinti di 1.500 posti. Inoltre sarà realizzato un percorso protetto per i tifosi ospiti che dalla Tribuna centrale condurrà nel settore ospiti (capienza di 150 posti), attraversando il terreno di gioco. Per effettuare questi lavori e garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza abbiamo stanziato 150 mila euro, recuperando le risorse con la devoluzione del mutuo per la pavimentazione di via Plinio». Ma lo stadio quando ritornerà alla sua capienza iniziale? «Nella terza fase dei lavori, quando sarà realizzato l’impianto di videosorveglianza, con 25 telecamere all’interno e all’esterno dello stadio collegate direttamente con la polizia municipale e la questura; e quando saranno installati i tornelli agli ingressi e realizzate le zone prefiltro all’esterno». Quando pensa che il Giraud possa essere utilizzato di nuovo? «Penso che entro una ventina di giorni riusciremo a mettere lo stadio in sicurezza. Poi la Commissione provinciale di vigilanza dovrà dare l’autorizzazione per la nuova capienza dello stadio. Devo, però, sottolineare che c’è una grande collaborazione con i vigili del fuoco e il commissariato di polizia locale per risolvere al più presto le problematiche inerenti la sicurezza al Giraud». BENNI GAGLIARDI