A cura della Redazione
“La bellezza non è solo forme e misure, la bellezza è armonia, insieme. Negli occhi di un bambino non c’è consapevolezza né paura di come appare, c’è gioia, dolcezza, gioco”. Queste sentite parole mi sono state sussurrate mentre viaggiavo in aereo da Roma a Milano. Accanto a me era seduto Giulio Gherardini, un chirurgo plastico d’adozione napoletana che si dedica alla cura delle labiopalatoschisi da dieci anni, dopo un lunghissimo periodo di formazione e di vita all’estero. La sua meta è il Kenia, dove svolge volontariato presso un ospedale dell’organizzazione umanitaria internazionale “Operation Smile”. “Molti bambini - afferma Giulio - nascono con malformazioni del volto che condizionano la loro esistenza e la loro vita di relazione, in alcuni casi la loro sopravvivenza. Tuttavia loro non lo sanno; quando ridono, ridono come se il mondo li avesse resi bellissimi, ma non lo sono. Questi sono i bambini che nascono con la labiopalatoschisi, una malformazione congenita che colpisce una considerevole parte dei neonati nei paesi del terzo mondo. C’è una grande soddisfazione nell’aiutare questi bambini che con un semplice intervento possono condurre un’esistenza quasi normale, ed è questo che io faccio, farli diventare normali”. La chirurgia plastica è spesso sinonimo di superfluo e vanità, ma in realtà può curare patologie gravi e fare la differenza nella vita di molte persone. “Da anni mi occupo di bambini del terzo mondo - continua - e non ho mai smesso di essere affascinato da questo universo così lontano dalle luci della ribalta, così silenzioso e così rumoroso, gioioso e triste. Ho iniziato a farlo per curiosità e per mettere a frutto il mio training americano; poi ne sono rimasto prigioniero ed utilizzo il mio tempo libero per raggiungere ed operare bambini che non avrebbero chance di sopravvivere al di fuori di una esistenza adulta nascosta e spaventata. Adesso lo faccio per Eric, Subete, Assef, Jemal, Joseph, Margaret e tutti gli altri di cui non ricordo più il nome”. Giulio Gherardini, 43 anni, è il chirurgo dei sorrisi e come tale non poteva scegliere altra città se non Napoli per mettere a frutto la sua professionalità. “Napoli ha dato a me il sorriso, contagioso, come contagiosa è la sua luce e la sua gente, che non posso non trasmettere ai miei bambini”. Come volontario tratta chirurgicamente gravi malformazioni facciali e promuove la formazione di strutture specialistiche d’avanguardia. “Quarantacinque minuti rendono vivibile il futuro di un bambino”, sono parole di un chirurgo che non rinuncia alla missione più grande della sua vita, quella umanitaria. L’intervento per correggere un labbro leporino richiede infatti in media 45 minuti, per donare la speranza di un sorriso a tutti quei bambini che nascono affetti da malformazioni al viso, nei paesi più disagiati del mondo e che difficilmente potrebbero essere trattati chirurgicamente nel loro paese di origine. “La mia chirurgia plastica - afferma -, oltre al miglioramento estetico, si occupa della riparazione di parti del corpo deformate o danneggiate da malformazioni o agenti esterni”. Le turbolenze dell’aereo mi fanno sussultare, ma lui se la ride. “Ho viaggiato molto. Sono stato in tanti Paesi - conclude - tra cui Kenia, Honduras, Romania, Egitto, Vietnam, Giordania, Ethiopia ma non sono ancora stanco di aiutare il prossimo”. ANTONIO GAGLIARDI