A cura della Redazione
La stagione espositiva dello Spazio Zero11 al Liceo Artistico "Giorgio de Chirico" di Torre Annunziata, per il ciclo "Contatto sociale", inizia con un evento dedicato ad un gruppo di ex studenti dell´Istituto d´arte. La meglio gioventù, appunto. Che è anche il titolo della mostra che sarà inaugurata il 23 ottobre alle ore 18 e resterà aperta al pubblico fino al 7 dicembre, dalle ore 10 alle 15. “Quella dei banchi di ghiaccio – scrive Felicio Izzo, dirigente scolastico - e del fumo soffiato sulle dita; dei pavimenti umidi e le pareti scrostate; delle docenti dalle lunghe gonne di lana; delle clarks creative; delle barbe accennate e degli occhiali confidenti. E non sempre a ragione. Sì! La meglio gioventù dell’Istituto d’Arte e proprio nell’ultimo anno della “scuola-bottega” che smette di essere. Che diventa altro. Meglio? Peggio? Non ha nessuna importanza né senso. Che smette di essere. Definitivamente! E perciò desta la gioia impetuosa dell’Apoteosi. Ma anche la tenera malinconia del trascorso infinito. Proprio come la gioventù, e la meglio…perché la gioventù è l’improvviso che anticipa l’accaduto, l’attimo che fugge, ma solo per lasciare il posto ad un altro. Perché la gioventù è il futuro equidistante dai vertici di ogni ambizione, speranza o semplice attesa. E’ una sibilla immemoriale, la luminosa futilità dei segni da lasciare, la gloriosa fatica degli anni, l’eterno, splendente corteo delle parole.” La mostra, curata da Franco Cipriano, Felicio Izzo e Carlo Mosca, con la collaborazione di Raffella Barbato, presenta materiali grafici, fotografie, disegni, video, oggetti, che compongono lo scenario di un cammino in corso aperto a inedite evoluzioni. In questa esposizione si vogliono indicare alcune giovani presenze che hanno avuto la loro iniziale formazione nei corsi dell’Istituto d’arte di Torre Annunziata e che hanno poi trovato, in continuità o differente sviluppo con gli studi medi artistici, un riscontro di indubbia qualità professionale nel mondo delle arti visive applicate, delle pratiche progettuali e di discipline dello spettacolo. Sono giovani che hanno percorso vie diverse per dare spazio operativo alla loro "volontà d´arte", tutti corrispondendo ad una interiore necessità che è l´espressione stessa del loro "vivere il mondo". Franco Cipriano scrive, infatti, che per essere nel senso dell’esistenza, i giovani delle generazioni devono riscattare il tempo, il loro tempo, dal corso che gli impone la storia che li ha “gettati nel mondo". Il tempo che loro domandano è per il riconoscersi quali soggetti: corpi, pensieri, gesti che danno visione e forma al presente in cerca di futuro. Ne suscitano l’evento, il generarsi del nuovo. Le attività di questi giovani nell’ambito creativo, intorno a nuclei espressivi individualmente forti - il disegno, il progetto, la grafica, la scena e il cinema – articolano interattivamente anche altri linguaggi più “liberi”, indipendenti, per così dire, dai vincoli dei percorsi produttivi della ragione professionale. Di questa cangiante espressività, si avranno i segni evidenti allorché nel periodo dell´esposizione alcuni di loro interverranno nell´esterno e negli interni dell´istituto con dipinti murali di rilevante significatività. Si tesse nel loro operare un intreccio, a volte singolarissimo, tra segni dell´esistente e eccedente immaginazione di altri mondi. E´ un espandersi del pensiero che oltrepassa la funzionalità estetico-produttiva del fare, per incrociarsi e estendersi nei territori aperti del possibile delle forme, delle immagini, dei suoni, degli spazi, in liberi percorsi immaginativi. La gioventù, quella di tutti, non è l’oggi né il domani, e nemmeno il passato. La gioventù lascia la vita così com’è. Non ne è il ricordo e neanche il rimpianto o l’illusione e men che meno il rimprovero o la promessa mancata. Perché la gioventù non ha epoca e non è una stagione. E’ solo un profumo che, a chiudere gli occhi, ancora si sente".