A cura della Redazione
Giovedì 7 marzo, alle ore 17.30, sarà inaugurata al Liceo Artistico "de Chirico" di Torre Annunziata, la mostra di Angelo Ricciardi dal titolo "E se davvero il tuo silenzio musica non fosse, John?". Si tratta del secondo evento espositivo della rassegna "Percorsi Contemporanei" curata da Franco Cipriano. Di particolare collocazione nell’ambito delle proposte artistiche contemporanee, Ricciardi è una presenza dal rigoroso percorso di “pensiero operante”. Si distingue, sul piano nazionale ed europeo, per la lucidità sperimentale e la coerenza comportamentale nello svolgimento di una “critica” dell’arte e del suo sistema, non solo di schema “politico” ma anche simbolico, comunicazionale, psico-sociale. Franco Cipriano, nel testo di commento al catalogo, redatto in collaborazione col preside del Liceo, Felicio Izzo, scrive: «La storia dell’arte per Ricciardi è conclave di domande sull’esistenza stessa dell’arte. È area delimitata nella quale si svolge un’infinita indagine, si cercano vanamente decisivi indizi per definirne il destino, e questa ricerca del proprio senso è l’ultimo anelito di realtà dell’arte. Iscrivendosi nella linea di critica del soggetto radicata nel “gioco” duchampiano della citazione e della delocazione, Ricciardi svia anche la soluzione concettualista che presume di svelare la verità dell’opera nella sua declinazione di riduzione della struttura linguistica. […] Ricciardi mette in questione la stessa s-definizione e indeterminazione dell’operare dell’arte, “criticandone” la significazione negli statuti ideologici, anch’essi ri-formati, istituzionalizzati, della arte senza arte. Il suo disincanto è radicale, dà scacco sia al feticismo concettuale sia alla declinazione relazionale del processo, per accedere all’esperienza di una arte “senza qualità”, “inessenziale” gesto di presa d’atto dei frammenti operabili del mondo. La sua è anamnesi in tempo reale di un palinsesto reliquiale, di segni, immagini, materie, tecnografie, tecnologie, dove la memoria è mero incidente di laboratorio. […] Operando nell’ultima impossibilità dell’arte che nega anche la sua negazione, Ricciardi interroga sia l’hegeliana idea dell’arte che diventa riflessione sull’arte stessa, sia la duchampiana versione oggettuale del silenzio dell’arte come surplace della soggettività espressiva. […] Come il titolo performativo della mostra evoca, Ricciardi delinea l’ipotesi che l’arte viva la sua scomparsa in una infinita tautologia, una “ripetizione indifferente” delle simulazioni del proprio negarsi. Si indica appunto il sospetto che l’arte sia una incantata assenza e che gli artisti siano gli inesausti celebranti della sua silenziosa dispersione nei segni e nelle immagini in cui si autorappresenta il mondo. E infine il ritrarsi è nell’opera di Ricciardi il suo stesso tragico “falso movimento” nel quale ritorna irresistibilmente l’artista». La mostra sarà visitabile fino al 29 marzo, dalle ore 9 alle 15, e su appuntamento dalle ore 15 alle 18. Info: 081.536.28.38 - 333.89.98.740.