A cura della Redazione
Il superlatitante della camorra Michele Zagaria è stato arrestato dalla polizia in un bunker all´interno di un´abitazione di Casapesenna (Caserta). Tra il nascondiglio sotterraneo e il pavimento dell´abitazione vi erano cinque metri di cemento armato. L´operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, insieme a quella di Caserta e al Servizio Centrale Operativo della Polizia. Le prime parole che il boss ha rivolto ai magistrati della Dda che l´hanno raggiunto nel bunker sono state ironiche: ´´Avete vinto voi, ha vinto lo Stato´´. Il boss 53enne era latitante dal 1995, ricercato per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, rapina e altri reati. L´8 febbraio 2000 erano state diramate ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. L´ULTIMO SUPERLATITANTE DEI CASALESI - Michele Zagaria, nato il 21 maggio 1958, è soprannominato ´´Capastorta´´ ed era da tempo considerato l´ultimo grande latitante dei Casalesi. E´ nato a San Cipriano d´Aversa, in provincia di Caserta ma è residente a Casapesenna (Caserta). Era ricercato dal 1995. La sua specializzazione è il settore edile ed è accreditato di grande capacita´ manageriale. E´ stato in grado di mettere insieme, in un giorno di chiusura delle banche, 500 mila euro per l´acquisto di un immobile a Parma. Le sue imprese casertane sono riuscite ad imporsi sul mercato nazionale non solo praticando prezzi concorrenziali ma anche garantendo costantemente sui cantieri uomini e mezzi e tempi ridotti per la realizzazione delle opere. In uno dei processi che lo hanno visto imputato, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione anche il suocero di Pasquale Zagaria, Sergio Bazzini, imprenditore di Parma del settore del cemento, con interessi a Milano, Parma e Cremona. Gli investigatori ritennero Bazzini - del quale Zagaria aveva sposato la figliastra - una testa di legno del boss per controllare gli interessi del clan tra Emilia Romagna e Lombardia. Il ´´feudo´´ di Zagaria è il triangolo tra Casapesenna, San Cipriano d´Aversa e Casal di Principe, dove il boss è proprietario di un impero di milioni di euro accumulati con la droga, le estorsioni ed il controllo degli appalti. Il potere del boss si fonda proprio sul controllo del territorio. ´´A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio arresto - ha messo a verbale un pentito dei Casalesi, Emilio di Caterino - per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti´´. (ANSA)