A cura della Redazione
Venerdì 15 e sabato 16 aprile alle ore 21.00 (ingresso gratuito), il settimo e ottavo appuntamento con la rassegna “Sprißen” - germi teatrali", organizzata dall’Associazione Culturale ICS-IDIOTECREATURESALVE ed ospitata e promossa dalla palestra - teatrale “diffusioneteatro” in via Carminiello, 5 a Torre Annunziata. La rassegna "Sprißen - germi teatrali" si sdoppia in due appuntamenti singoli. Venerdì 15 aprile sarà la volta di Salvatore Marci, regista ed attore pugliese che con Carlo Quartararo porterà in scena il già acclamato “Caligolab” e il “Caligola” di A. Camus. Un lavoro nel quale il copione preferito di Camus - come ci raccontano gli autori stessi - si mescola allo spengersi e all´accendersi di macchine luminose, a balletti e musiche continuamente destrutturati, in modo che da dramma filosofico diventi un esperimento sulla morte delle piccole e grandi cose, una morte sempre viva e stimolante in teatro. Un test indotto da un tecnico-scienziato a un attore-cavia che risponde a modo suo. Da variabile impazzita, Caligola, trasmutato nell’attore-cavia, risponde agli stimoli foto acustici del tecnico-scienziato con un’orgia sovrabbondante di metafore e paradossi che portano inevitabilmente all’umorismo, specchio tragico di ognuno di noi. Seguirà sabato 16 aprile la messa in scena curata dal regista Stefano Jotti, tratta dall´omonimo testo di beckettiano "Giorni felici" con Lucia Rocco e Vincenzo Albano, in uno spettacolo che cerca di evidenziare l’attaccamento alla vita e l’esigenza di viverla al meglio. La vicenda narra di una donna, Winnie, conficcata nel terreno fino alla vita, da tempo, con un delizioso ombrellino come unico riparo contro sole o pioggia. Accanto a lei, ma fuori dalla portata del suo sguardo, il marito (Willie) che vive in un buco nel terreno. Alla loro degradata condizione fisica fa da contrasto il tono del dialogo (o meglio del monologo, visto che Willie non dice che poche brevissime battute. La felicità di Winnie è la chiave dell’opera, che rifiuta la sua situazione infernale. Lei si proclama felice, di vivere una vita felice. Ha la sua borsetta con la spazzola, lo specchio (e una piccola pistola con la quale potrebbe velocemente farla finita) ed un marito che può tormentare col suo continuo parlare. E’ una vita meravigliosa. «“Giorni felici” è secondo il mio punto di vista - ci spiega Jotti - l’opera in cui Beckett ha forse descritto al meglio la formidabile ostinazione della vita, l’umano attaccamento all’esistenza anche in condizioni estreme. Donandoci un testo di una sensibilità che va al di là della normale logica quotidiana ricco di immagini e suggestioni, è in sostanza un inno alla vita». Si ricorda che gli spettacoli verranno messi in scena in un’unica serata per tanto la prenotazione è obbligatoria. COMUNICATO