A cura della Redazione
Il percorso della legalità a Torre Annunziata passa attraverso i giovani. Questa mattina, nell´aula "Giancarlo Siani" del Tribunale oplontino, gli studenti delle scuole cittadine hanno partecipato ad un dibattito-incontro sulla legalità e sulla criminalità organizzata e non. I ragazzi hanno potuto ascoltare le testimonianze di magistrati e forze dell´ordine, che ogni giorno combattono, tra mille difficoltà, per rendere la città più vivibile e sicura. Presenti all´iniziativa, il presidente del Tribunale, Vincenzo Maria Albano, i magistrati Immacolata Sica e Pierpaolo Filippelli, l´avvocato Maria Formisano, il giudice Rosaria Maria Aufieri e, in raprpesentanza dei carabinieri, il tenete colonnello Andrea Paris ed il capitano Luca Toti. Il dibattito è stato moderato da Gialuca De Martino, giornalista di Metropolis. "Mi commuove vedere facce pulite e attente a quello che si dice in questa sala - ha dichiarato il presidente Albano rivolgendosi ai giovani -. E´ una grandissima spinta al duro lavoro che facciamo per abbattere la criminalità". “Due anni fa Torre Annunziata era il centro di un’illegalità che nessuno poteva più tollerare - ha affermato il tenente colonnello Paris. C’erano associazioni a delinquere di tipo mafioso che gestivano il territorio, come quella dei Gallo o dei Gionta, ognuna delle quali aveva varie frange di famiglie affiliate. A questo si aggiungeva una diffusissima criminalità comune di cui molti erano parte senza rendersene conto. Oggi, dopo tanto lavoro, la legalità cittadina è stata ristabilita, ma per mantenerla abbiamo bisogno dell’appoggio dei giovani che devono fare propria la città”. Nel corso dell´incontro, si è parlato anche della legge sulle intercettazioni, la cosiddetta legge-bavaglio, che tante polemiche sta suscitando in questi giorni nel panorama politico nazionale, ma anche tra gli addetti ai lavori, in primis magistrati e forze dell´ordine. "Le intercettazioni, a Torre Annunziata, rappresentano un decisivo strumento di legalità e di azione democratica - ha detto il magistrato della DDA, Filippelli -. Guardo con preoccupazione ai possibili interventi di riforma normativa che, anche se al di là delle intenzioni del legislatore, possono limitare l´uso di questo fondamentale strumento di indagine".